Sempre più in alto.

Nazionalità, inventiva, fantasia, doti realizzative su punizione, freddezza sotto porta, tiro a giro, capacità di arretrare, tenere botta e giocare ovunque fungendo da punto di riferimento offensivo,  combattività, personalità, doti da fondamentale  trascinatore ed immenso Fuoriclasse:  nonostante alcune differenze  (ad esempio, di età e piede preferito) e peculiarità personali, i nostri fantastici Apache e La Joya (breve ma intensissimo e mai dimenticato passato il primo, e radioso presente e, speriamo,  lunghissimo futuro il secondo) sono sempre più accomunati da grandissime affinità e, da ieri, anche dal numero (21) dei pregevoli, pesanti e spesso decisivi gol segnati nelle loro rispettive prime vincenti e Tricolori stagioni vissute nella nostra Juve.

Il nostro Quinquennio da favola porta, insieme a tante altre, anche la loro preziosa  firma. Che dire, il meglio del Calcio continua a passare da noi (come diceva l’indimenticato Dottore Umberto Agnelli che, peraltro, aveva portato alla Juve un antesignano dei due Campioni in questione, come un “certo” Omar Sivori). E non finisce qui. Sempre più in alto. La 5toria siamo noi. Fino alla fine.

Sempre più orgogliosamente forza Leggendaria Juventus.

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6 maggio 2012: l’emozione più forte.

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E, anche oggi,  ricorre l’anniversario di un evento per noi Juventini indimenticabile.   Personalmente, durante  la  serata del 6 maggio del 2012, ho forse vissuto le emozioni calcistiche più intense e forti mai provate. Lo Scudetto numero 30 (quello della Terza Stella), conquistato rialzandoci dall’attentato calcistico ed il tentativo di eliminazione che avevamo subìto,  con Farsopoli,  alcuni anni prima, mi ha irrefrenabilmente commosso  e trasmesso dei brividi unici ed indescrivibili (che mi porterò per sempre dentro).

Il fatto, poi, che  ciò abbia sancito l’inizio di uno stupendo ed epocale Quinquennio, lo rende, se possibile ancora più magico.  Una vera e propria favola. Una pagina fondamentale nell’ambito di una gloriosa ed ineguagliabile Storia che stiamo continuando, in modo inimitabile,  contro tutto e tutti, a scrivere.  Fino alla fine.

Sempre più orgogliosamente forza Leggendaria Juventus.

Buon 5 maggio a tutti.

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5 maggio. A scuola avevamo studiato una famosa ode  scritta dal  Manzoni (nel 1821)  ed avente proprio  tale titolo. Dopo centottantuno  anni, però, in modo dirompente,  siamo stati noi ad imprimere alla suddetta data un’aura di sublime eternità attraverso un’altra  magnifica  poesia.

Il testo è ermetico ma soave:”5 maggio 2002″.

Basta anche solo scriverlo o pensarlo per far sì che vengano in mente quel finale di stagione e, soprattutto quelle gare giocatesi in contemporanea, in quell’indimenticabile ed indescrivibile giornata, all’Olimipico di Roma ed al Friuli di Udine.  Che gioia immensa. Che goduria infinita.308340

E poi, undici  dopo, quasi a voler celebrare quello  stupendo evento, nel 2013,  abbiamo vinto anche il nostro 31° Scudetto (con alcuni protagonisti di allora ancora presenti).

Ora, però, torno inevitabilmente con la mente e con il cuore a quattordici anni orsono e mi rigusto ancora ogni attimo di quel sorpasso all’ultima curva, di quella lezione di sport e di vita, di quel pomeriggio emblematico ed incancellabile.FB_IMG_1462400720630

Un pomeriggio incancellabile  in positivo per noi che non molliamo mai (fino alla fine) e, in negativo, di certo, per i perdenti per antonomasia che, come sempre blateravano, festeggiavano prima, si illudevano e poi, incapaci di vincere con le loro “forze”, nonostante tutto il pubblico (e non solo) avversario a favore,  già (qualche anno prima di Farsopoli) elemosinavano, a quei pochi giocatori biancocelesti impegnatisi  (tra cui San Poborsky),  vittorie regalate (da illecito sportivo)  piangendo, rosicando ed arrivando, alla fine, dopo aver dilapidato o un enorme vantaggio, addirittura terzi (questa volta senza titolo di cartone come tragicomico “premio”).

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Che favolosa Storia. Che bello ripensare alla reazione del nostro grandissimo Marcello Lippi e di tutta la  della nostra estasiata  panchina alle notizie provenienti da Roma e poi l’ irrefrenabile esplosione e gli abbracci al fischio finale. Scusate, ora mi fermo davvero. Continuo a godere troppo.hqdefault (1)

Buon 5 maggio a tutti.  Fino alla fine.

Sempre più orgogliosamente forza Leggendaria  Juventus.

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Un sogno chiamato Quinquennio

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La Juve del Quinquennio.   Da quando, da bambino, ho cominciato a capire di Calcio e mi sono quindi  scoperto Juventino (non posso dire di esserlo diventato perché sono sicuro di avere avuto la fortuna di essere  nato tale), ho subito avvertito l’ irrefrenabile  voglia di rivivere, attraverso immagini, racconti, statistiche,  aneddoti e filmati di repertorio, la gloriosa Storia dell’affascinante e prestigiosa Vecchia Signora del Calcio.

Ebbene, durante questo mio piacevolissimo “studio”, quando, andando molto indietro,  mi imbattevo in tutto ciò  che riguardava quegli autentici  eroi  allenati da Carcano nei primi anni ’30, quelli della mitica “filastrocca” che faceva “Combi, Rosetta, Caligaris…” , quelli raffigurati in posa in quelle foto antiche, provavo sempre delle sensazioni molto particolari. Un misto di  ammirazione e consapevolezza del fatto che, quasi sicuramente,  mai avrei potuto pure io vedere vincere 5 Scudetti di seguito alla mia Juve.

Quel Quinquennio era un qualcosa di irripetibile e  quasi trascendentale. Solo il “Grande Torino” , poi scomparso tragicamente a Superga, altra Squadra finita obiettivamente  nel mito (non avendo niente a che fare con i granata che  siamo tradizionalmente abituati a vedere  perdere  e rosicare ),  era riuscito,  del resto, a fare altrettanto nel secondo dopoguerra.  Da allora, non c’era più stata nessuna serie così lunga di vittorie. Nemmeno la  nostra Madama, sempre estremamente  in sintonia con il Tricolore, pur riuscendo ripetutamente a dominare ed a portare quel triangolino a Casa Juve, tantissime volte, anche a suon di numerose e splendide doppiette, aveva di nuovo saputo prolungare così tanto la sua striscia vincente. Il Campionato italiano, del resto, è sempre stato troppo difficile, tattico e snervante per permettere ininterrotti cicli del genere.

Ad esempio, la  Juve di Boniperti e del Trap prima e quella della  della Triade e di Lippi e Capello poi,  pur avendo conquistato più di uno Scudetto ogni due anni (oltre a tutte le Coppe europee) avevano lasciato sempre qualche briciola agli avversari. Certo, quella  che fu fermata,  dopo due Scudetti, nel 2006, con Farsopoli, fino a seria prova contraria per eccesso di vittorie e di forza, probabilmente avrebbe continuato a vincere ancora a lungo. Quasi sicuramente sarebbe andata così ma, purtroppo, anche per evitare ciò, si diede  vita ad un’ingiustizia provando quasi ad eliminare del tutto  la Juve (in ogni caso ormai nella Leggenda) e rendendo così ancora più difficile quel sogno delle tantissime vittorie consecutive. Nel frattempo, ci fu addirittura chi, da impostore, approfittando biecamente  di questo golpe, dopo decenni di sconfitte, umiliazioni e frustrazioni, si costruì a tavolino, partendo da un tragicomico cartone, una grottesca  serie che qualcuno cerca ancora incredibilmente e spudoratamente a spacciare per “quinquennio”. Detto ciò, tutto sembrava quindi far pensare all’impossibilità di poter rivivere un giorno un vero e serio Quinquennio. In fondo, sarebbe stato già un sogno tornare a rivedere, in tempi brevi,  lo Scudetto al suo posto naturale , sulla casacca della Juve.

Poi, come in molti speravamo da tempo, ecco Andrea Agnelli finalmente alla Presidenza della Società che era stata guidata  dallo zio Gianni  e dal padre Umberto.  Riecco una dirigenza degna ed oculata, dei tecnici giusti, al posto e nel momento  giusto  ed una profonda Juventinità ritrovata grazie a  grandi Uomini che avevano vissuto la gloriosa epopea della Triade. Riecco una Squadra compatta e composta da Campioni sotto il profilo tecnico e morale.  Riecco, finito l’effetto Farsopoli, tutto tornare alla sua dimensione naturale  (perdenti con il cartone in bacheca compresi). Riecco la vera Juve e,  anche grazie allo splendido Juventus Stadium progettato tantissimi anni prima, ecco avere  inizio un nuovo favoloso capitolo di una Storia vincente, unica ed inimitabile. Ecco un lungo ed appassionante  capitolo che, attraverso molteplici record mostruosi ed innumerevoli pagine a dir poco indimenticabili e  sublimi (in grado di suscitare continue ed intense emozioni), è arrivato a condurci,  dopo una rimonta fantascientifica in quest’ultimo avvincente Campionato,   proprio fino all’epica realizzazione di ciò  che, sin da piccolo, ritenevo un sogno irrealizzabile. da bambino. Sì, proprio così. Ho (abbiamo) appena davvero visto e vissuto, settimana dopo settimana, gara dopo gara, istante dopo istante,  la Juve del Quinquennio. Un altro stupendo Quinquennio, realizzato sontuosamente circa  ottanta anni dopo. Che bellezza. Che goduria. E non finisce qui. Perché  la  Storia siamo noi.  Fino alla fine.

Sempre più orgogliosamente forza Leggendaria Juventus.

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