Ammenda per la questione stipendi, dieci punti per le plusvalenze (sanzione che è stata indubbiamente esagerata ed infondata, anche alla luce dei precedenti e delle norme) e vicenda ora complessivamente chiusa. Sensazioni contrastanti. Un inevitabile disgusto misto ad un certo senso di liberazione. Una sorta di “patteggiamento” (anche se, in realtà, l’art. 127 è un qualcosa di diverso) è difficile da accettare. A maggior ragione, di fronte ad una così palese ingiustizia come quella caratterizzata da questi vili processi farsa organizzati e condotti per colpire la Juve per fatti non adeguatamente provati e, in ogni caso, diffusi (meno gravi di quelli commessi in passato da altri) e non chiaramente regolamentati, è dura non potere andare fino in fondo per fare valere le proprie ragioni.
Contro una pseudogiustizia sportiva composta da gentaglia antijuventina che calpesta i basilari principi di uno Stato di diritto, non ti permette di provare a difenderti e, in modo arbitrario e selvaggio, anche cambiando le carte in tavola (“articoli contestati”) ti può condannare se e quando vuole, però, tale rimedio può rappresentare una via d’uscita quasi necessaria. Senza consistere in un’ammissione di presunte colpe (indipendentemente da quello che potranno dire dei miseri antijuventini al riguardo), ti permette almeno di porre fine a questa enormemente logorante, snervante e destabilizzante situazione, toglierti un’ingiusta spada di Damocle incombente sulla testa e ricomiciare a concentrarti, lavorare, programmare e pensare a giocare e lottare per vincere.
Lo so che l’ideale sarebbe stato andare fino in fondo, non accettare questi squallidi ricatti e non scendere a compromessi con quei loschi figuri federali. Tuttavia, non avremmo avuto comunque la garanzia di trovarci un giorno davanti ad una giustizia giusta ed avremmo, nel frattempo, sicuramente compromesso altre stagioni calcistiche. Con amaro realismo, quindi, capisco l’utilizzo questa strategia difensiva che, in passato, a malicuore, ha dovuto accettare che venisse percorsa anche il nostro Mister Antonio Conte. Ricordo anche che ci sono stati in precedenza diversi veri altri patteggiamenti in ambito sportivo (anche per le plusvalenze per cui a noi sono stati tolti punti), da parte di reiteratamente “oneste” società senza che nessuno li accusasse di aver ammesso colpe (ma a queste continue e tragicomiche valutazioni differenti ci siamo ormai ampiamente abituati: peggio per chi le fa). Ripeto, purtroppo, pur dovendo turarsi il naso e provando ancora nausea per quanto ci hanno di nuovo vergognosamente fatto, va, a parer mio, detto che questa quasi forzata scelta è forse alla fine quella meno indolore.
Dopo questa stagione falsata, potremo almeno costringere il criminale sloveno dell’uefa, se proprio vuole escluderci mafiosamente dalle Coppe europee nel primo anno utile, a non farci, al limite, disputare la Conference League (a cui possiamo rinunciare con una certa serenità). Per il futuro in Europa, invece, non ci sono ancora certezze. Potrebbe anche non essere chiusa la questione Superlega. Vedremo. Al momento, comunque, la cosa che più conta è che, lasciando delusi tanti altri frustrati e forcaioli antijuventini che speravano in una nuova farsopolata con ingiuste revoche di titoli, tavolinate e penalizzazioni (che probabilmente costituivano anche l’intento originario di qualcuno), alla Continassa si potrà finalmente davvero tornare a pensare al rafforzamento dell’assetto della Società, alla costruzione della Squadra ed al Campo. Per provare a tornare al nostro posto. A dominare e vincere. Contro tutto e tutti. Come da tradizione. Fino alla fine.
Sempre più orgo9liosamente forza Leggendaria Juventus.